Il territorio di Zola Predosa fa parte della zona di produzione dei Vini dei Colli Bolognesi che comprende solo Comuni di collina: in Provincia di Bologna l’intero territorio amministrativo dei Comuni di Monteveglio, Savigno, Castello di Serravalle, Monte S.Pietro, Sasso Marconi, Marzabotto, Pianoro ed in parte quelli di Bazzano, Crespellano, Casalecchio di Reno, Bologna, San Lazzaro di Savena, Monterenzio e Zola Predosa.
Zola Predosa è posta sulla via Bazzanese dove la vallata del Lavino confluisce nella Pianura Padana. Fu abitata fin dalla più remota antichità, infatti sulle prime colline che da Ponte Ronca vanno a San Martino in Casola sono stati ritrovati resti di uno stanziamento umano del paleolitico.
I vigneti della zona sono ricordati in molti antichi documenti, in particolare in una pergamena custodita nell’Abbazia di Nonantola è riportato che l’abate Rodolfo di Nonantola nel 1033 concede in enfiteusi dei terreni dislocati a Predosa e coltivati a vigna e vi è stabilito anche l’ammontare del pagamento: per ogni anno nel mese di settembre otto moggi ‘vini boni scilicet musto’. Fin dal Medioevo quindi le colline producevano un vino di pregio.
Nel primo estimo completo di Zola Predosa che risale al 1517 vi sono descritti vigneti per 203 tornature (1 tornatura=2000 mq. ca.)con viti unite ad alberi ed intercalate da arativo.
L’Abate Calindri, storico e geografo vissuto nel ’700, afferma che alla fine del XVIII secolo nel territorio si produceva ‘molta e preziosa uva’.
Nel 1870 l’armatore genovese Angelo Calcagno acquistò vasti vigneti nella prima falda collinare di Zola Predosa, li migliorò e si diede alla produzione di ottimi vini che costudiva in un’enorme cantina nella villa che era stata degli Albergati. Questi vini venivano esportati dall’armatore vigneron fino negli Stati Uniti.